VIAGGI A MANO LIBERA

Olanda e Kiel

1-2-3 agosto

Giorni 11 12 13

Una cosa ci ha insegnato la tappa ad Amsterdam: vietato andare ad Amsterdam in macchina. Amsterdam ti dà il benestare se stai a piedi o in bicicletta. Meglio in bici che a piedi, i ciclisti sono i padroni delle strade.

In macchina no. Per fermarti in macchina ad Amsterdam devi mettere in conto 60 euro di parcheggio giornaliero oppure un’ora e mezzo di cammino dal primo parcheggio non a pagamento al centro della città – opzione bus eliminata per via del cane e del prezzo comunque alto tra l’andata e il ritorno. Quindi si può fare, ma devi avere molto tempo e/o molti soldi. Noi non avevamo nessuno dei due, ed infatti la tappa ad Amsterdam l’abbiamo fatta a Zaanse Schans.

Un po’ deluse da questa accoglienza olandese abbiamo deciso di rifarci cercando mulini e trovandone dodici, tutti insieme, in questo paesino con quaranta case in tutto, a dieci minuti in macchina da Amsterdam.

È palesemente un posto fatto ad hoc per i turisti, quindi l’anima olandese, quella di oggi almeno, la si perde, anche se le casette di legno costruite sui canali che la solcano, sono ancora abitate.

Non so bene la storia, o comunque ho letto qualcosa e a grandi linee so che era un vecchio centro industriale costruito a partire dal 1300 e composto inizialmente da non so quanti mulini, che, con l’industrializzazione, sono stati via via dismessi.

Zaanse Schans ora è diventato praticamente un museo a cielo aperto. E come ogni volta che mi ritrovo di fronte a tutte quelle cose belle e tanto turistiche so che devo combattere tra due diversi vissuti che riguardano il mondo onirico e puramente estetico, e quello reale e puramente pratico.

Il secondo mi fa mettere in luce i turisti e le foto banali che si scattano l’un l’altro nei posti più gettonati con le solite pose da influencers, e mi viene subito di andare via da lì per non prender parte di quello squallido quadro – vergognandomene, perché in effetti anche io sono lì, in mezzo a loro e per giunta con la macchinetta fotografica in mano.

Il primo vissuto invece li elimina tutti. Non c’è più nessuno intorno.

Restiamo solo Gloria, Nina ed io, in un gioiello di paese, ricco di acqua e di verde e di ponti ad arco che attraversano i piccoli canali. Restiamo noi tre a girare per le case (perché più dei mulini ci hanno affascinato quelle specie di palafitte curatissime, con giardinetti rigogliosi di fiori e gingilli vari) e a ripeterci che sogno sarebbe vivere in una di quelle, in quale ci troveremmo meglio e perché, spiarle da fuori, cercando dettagli che per qualcuno sono casa, diventare parte del verde che le circonda, osservare la gente che le abita, trovare un posto, uno solo, quello più lontano dagli altri visitatori, per fermarsi e chiacchierare, fino a farlo diventare il giardino sotto casa, quello dove porti a spasso il cane e ti incontri casualmente con qualche amico e ti bevi una birretta prima di rientrare per cena.

Noi la birretta l’avevamo presa al supermercato subito fuori di lì, così Zaanse Schans è diventato rifugio solitario per un’oretta, prima della ricerca spasmodica di un bagno e di un attacco di un gatto randagio a Nina che ha letteralmente sbroccato di fronte al malefico tono di sfida del felino.

Abbiamo poi camminato sul retro dei mulini che a quell’ora erano chiusi – scoprendo che sono ancora in funzione e che si possono visitare – lì dove gli abitanti vanno a correre e infine, per coronare la visita, ci siamo fatte fare una foto turistica anche noi da una cinese che ha seguito in lungo e in largo tre monaci tibetani (così arancioni, così orange!) fotografando loro che si fotografavano a vicenda.

Appagate dalla scena, ci siamo messe in macchina e abbiamo viaggiato in direzione Ambrugo, ma fermandoci molto prima, ad Apeldoorn.

Il settimo sondaggio prevedeva che la sosta del giorno dopo sarebbe dovuta essere sulla costa e grazie a Park4Night (app-bibba di tutti i camperisti e i vanlifers) ci siamo ritrovate a Kiel, a pochi km da Lubecca, nel nord della Germania, dove abbiamo goduto di un giorno intero di relax in una “piazzola” a tre minuti a piedi dalla spiaggia, con l’ombra dei tigli che ci ha salvate dai 33°C di questa rovente estate europea.

    Tiziana Bocci
    16 August 2022

    Siete riuscite a ri.vedere "il pranzo di Babette?" ... forse il primo vissuto lo ha reso non indispensabile ...

    Che bello leggerti
    😍😍😍😍😍😍😍😍😍

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