VIAGGI A MANO LIBERA

Giorno 9 - 6 AGOSTO

Bonifacio – Plage de Chevano – Pianottoli-Caldarello
Camping Le Damier

Questa roba di Betty Boop non ci voleva eh.
Però ecco noi teniamo botta! Tipo che oggi ci siamo svegliate alle 9.15, solo perché ci stavamo squagliando dentro la tenda, e ci siamo buttate dirette in piscina a leggere e prendere il sole fino a mezzogiorno.
Di nuovo, poi, l’andirivieni col meccanico.
L’autista de A Citadina mi riconosce e mi saluta stamattina, ormai c’è della complicità tra di noi, dopo che ieri quasi ci mandavamo a cagare, perché con un fare insopportabilmente autoritario ha iniziato ad urlare “PAS LE CHIEN! PAS LE CHIEN!”, arrivato alla nostra fermata, dove Nina mostrava tutta la sua inadeguatezza nell’indossare la museruola.
Oggi no. Oggi sono sola e siamo amici.
Beh. Incontro Luca all’officina e mi dice t’inquiete pas, quando arriva Michel ti chiamo.
Torno indietro, e FINALMENTE riusciamo a cucinare 200 gr di pasta sui 1500 che ci siamo caricate da casa e che non avevamo neanche mai guardato finora. In fondo, se a casa ti capita di cucinarla una volta ogni due settimane, come ti viene in mente di portarti in campeggio un kg e mezzo di pasta?
Comunque.
Pasta bianca con tonno e olive, una partita a burraco e chiama Michel.
“La macchina è pronta.”
“Ok, aspettami che arrivo, così ti pago.”
“Pas de soucis!”
“No no ma che soucis? Tocca pagare.”
“No no va bene così”
“Ma io ti voglio pagare”
“Et moi je veux te faire un cadeau”
Se vabè.
Un cadeau.
In un attimo ho pensato che i francesi fossero un popolo dal cuore grande, che volevo bene a tutti, che belli che sono i francesi!
Poi mi sono ricordata dell’autista e soprattutto della barista del campeggio, ieri, che senza guardarmi in faccia non mi ha manco fatto finire la frase:
“Bonjour est ce que vous avez quelque chose à manger…”
“NO. Il y a la formule petit-déjeuner.”
Se ne va.
Urlo: “JE N’AI PAS FINI DE PARLER!”
“Beh bon, le chien ne peut pas entrer”
Faccio un passo indietro, per non stare sotto l’uscio, e avere entrambe le punte dei piedi dietro la linea della porta.
“…sans lactose?”
“Ça veut dire lait?”
“Lait, beurre, fromages…”
“Je ne sais pas.” E se ne va di nuovo.
Fanculo.
Forse per un francese col cuore grande ce ne sono due belli stronzi.
In Italia secondo me è il contrario.
Per ogni italiano stronzo ce ne sono due col cuore grande.
Comunque.
Michel si è fatto tre giorni avanti e indietro per sistemare la macchina, ha trovato il nuovo flessibile, l’ha montato. Probabilmente non ha dato un’occhiata approfondita alla macchina, anzi, sicuramente. E forse sa che il suo lavoro l’avrebbe potuto fare meglio.
Ma calcolando che il meccanico sotto casa, per aver messo un po’ d’olio nel volante ha voluto 10 euro, diciamo che questo di Michel è davvero un gran regalo!
Luca non è stato da meno: ci ha raccattato col carroattrezzi (depanneur), ha fatto la spola telefonica per due giorni subendo stalking continui di Gloria che era riuscita a rimediare il suo numero chiedendo insistentemente a vari impiegati della sua officina, ci ha tenuto la macchina da lui… e alla fine è stato un “bonne chance bisou bisou” (mica veri eh, siamo sempre nell’era covid) au revoir saluti ai pupi”.
Cià.
Finito.
Pìjate e chiavi e vatt’addivertì.
Non so se è stato da qui che poi le stelle si sono allineate in un modo strano, oppure se questi gesti di Michel e Luca sono anch’essi conseguenze di posizionamenti astrali particolari.
Fatto sta che al campeggio dovevamo pagare 33 euro, ci fanno lo sconto e ne paghiamo 30.
Arriviamo a Bonifacio e troviamo un parcheggio libero non a pagamento certificato da un autoctono (roba più unica che rara).
E la sera, dopo esserci innamorate di Bonifacio, la sua roccia, le sue barche, le strette stradine bianche, e delle petanque sul belvedere, andiamo a cena al ristorante del nuovo campeggio e invece di pagare 40 euro ce ne fanno pagare 30.
Mah.
Ringraziamo le stelle e ci ficchiamo in tenda.
Il cane, che sono tre giorni che dorme con noi data l’assenza della macchina, è felice come una pasqua quando capisce che pur avendo la macchina parcheggiata qua davanti, stanotte può dormire nella grande cuccia insieme a noi, entra scodinzolando e si addormenta nel giro di 3 secondi e mezzo.
Noi stanotte restiamo qua, fronte unica spiaggia dell’isola che non ospita i cani (Plage de Chevano), e dentro l’unico campeggio che non permette l’entrata dei cani in piscina, solo perché a 5 km c’è un altro meccanico da cui vogliamo portare la macchina domani.
Perché noi volemo pagà qualcuno, oh!
No. Non è vero.
Perché è meglio ridare una controllatina fatta bene prima di avventurarci verso chissà dove.