VIAGGI A MANO LIBERA

Giorni 11, 12, 13 - 8-9-10 AGOSTO

Carbuccia
Gravona
Camping Home Détente

GIORNO 11 – 8 AGOSTO

E invece!
Mi alzo bella pimpante! Senza manco un dolore e soprattutto riposata!!!
Ci siamo svegliate per pudore alle 8:30. Poco prima degli svizzeri, che per mio spirito amicale e conviviale invito a prendere il caffè (per la felicità di Gloria che quasi mi ha uccisa con gli occhi perché non aveva alcuna intenzione di condividere il primo caffè uscito. Il secondo sì, ma il primo proprio no).
Offriamo dunque la seconda macchinetta di caffè a questa coppia carinissima che abita vicino Ginevra che ci dà la dritta della vita (e io la giro a voi): si chiama Park4Night. Un’app dove si trovano (e se ti registri puoi aggiungere anche tu) i più disparati punti per vari tipi di stazionamenti: parcheggio della macchina giornaliero o notturno, pic nic, campeggio libero, campeggio attrezzato, fontanelle e gli offroad. Questi punti localizzati su mappa sono rilevati e recensiti dai vari utenti.
Ovviamente la scarichiamo subito e capiamo anche perché eravamo in tanti a dormire lì stanotte.
Riusciamo ad essere lente e ad andare al mare tardi anche se dormiamo in macchina di fronte al mare.
Arriviamo alla Plage de Lava alle 10.
Mare azzurro limpido, qualche roccia sul lato della cala e spiaggia ROSA fatta di miniciottolini levigati.
Una goduria.
Siamo rimaste là fino ad ora di pranzo, il tempo di diventare nere tutto insieme.
Poi, non avendo prenotazioni, decidiamo di cambiare i piani e andare dirette in montagna.
In realtà in montagna, a Corte, nella zona della Restonica, non ci arriviamo proprio.
La macchina si surriscalda tutta insieme, bollendo, a Bucugnà.
Ci dobbiamo fermare ad una piazzola di sosta e lì, dopo due vaffanculi a caldo, dopo il tentativo questa volta troppo forzato di restare zen, iniziano a scendere le lacrime.
Gnaafamo più.
Doveva essere la nostra vacanza rilassante, post anno di merda, post stress totale dell’ultimo periodo, e sembra che questo non ci è dato.
Senza sembra.
Aspettiamo un’ora che si raffreddi, chattando col meccanico della “durite”, che ci dice che potrebbero essere le guarnizioni della testata.
Ripiangiamo un altro po’, che non fa mai male, e ripartiamo alla ricerca di un campeggio verso Ajaccio, dove lunedì possiamo portare la macchina.
Fortuna vuole che mercoledì arriveranno due amiche: Francesca e Claudia.
Questo vuol dire che la vacanza non è finita, che in ogni caso avremo la loro macchina dove ammassarci in 4+cane, e che ci sarà ancora da divertirsi!
Troviamo un campeggino verso Carbuccia, vicino al fiume Gravona e vicino al più grande zoo europeo di tartarughe. Più di 170 specie e 3000 esemplari.
Mah!
Corinne, l’anziana proprietaria del campeggio, con 9 cani e altrettanti gatti al seguito, tra abbai e guaiti, ci fa accomodare davanti al magazzino, dato che l’unica piazzola tenda era occupata. Ci mette su una lavatrice e ci prende appuntamento per lunedì alle 11 con l’ex marito, meccanico, che ha l’officina a 50 m da qui.
Nella sfortuna, comunque, dobbiamo dire, abbiamo sempre un gran culo.
Ci godiamo finalmente una doccia calda con balsamo e phon, e improvvisiamo un rito sciamanico contro la serie di sfighe che sta vivendo la macchina, tagliando i capelli di Gloria, pesanti e pieni di nodi, con le forbicine del coltellino svizzero.
Occhio, malocchio, prezzemolo e finocchio!

GIORNO 12 – 9 AGOSTO

Il fatto che i giorni di vacanza siano tanti, che la Corsica non è quel posto esotico e irraggiungibile del quale vuoi scovare qualsiasi angolo nascosto per poterla conoscere come le tue tasche, fartela diventare casa, e non tornarci mai più, che la nostra indole sia comunque quella zen, fa sì che noi COMUNQUE ci rilassiamo.
Si va a letto entro le 23.30 e ci si sveglia alle 8.30.
Più o meno sempre.
Il tempo è lento, i gesti goduti, anche quelli improvvisati. Il cane ce lo permette e il posto anche.
Infatti, verso le 11, improvvisiamo un’escursione nei dintorni per andare a vedere la ferrovia di Carbuccia e il fiume Gravona.
Bella ‘sta Corsica!
C’è un sentiero segnato qua dietro, pieno di sugheri, evidentemente tipici dell’isola.
La stazione di Carbuccia è una chicchetta, come anche la casa cantoniera da ristrutturare, con camino, pavimento antico e boiserie!
Proseguiamo lungo la strada alla ricerca di un baretto per prendere un panino per pranzo.
Ci imbattiamo in un ristorantino meraviglioso, proprio sotto la stazione; ma passiamo oltre perché nessuna delle due ha fame e non fanno cibo a portar via.
Seguendo la strada principale costeggiamo la riserva naturale di tartarughe, cercando di scovarle tra i rovi che ci dividono da loro, e mangiando more come fossero pop corn.
Arriviamo al camping les Eaux Vives, poco più giù: molto carino, con bar ed épicerie chiusi, ma con una discesa al fiume.
Decidiamo di aspettare la riapertura delle 15 a mollo. Tra le rocce della Gravona è puro divertimento: facciamo scivoli sugli scogli, scherzi al cane, scivoliamo, godiamo di un idromassaggio con le cascatelle, prendiamo il sole, siamo felici come bambine ad Hydromania.
Poi saliamo, mangiamo, beviamo, sbivacchiqmo un po’ e torniamo al nostro campeggio facendo del sano canyoning lungo la Gravona.
A parte che Nina mi fa cadere e che quindi io me lo faccio proprio a mollo con tutte le scarpe, e con un bel livido sulla gamba, è stato una figata. Scendiamo giù per un km e poi, subito prima delle tartarughe, prendiamo un sentiero interno che ci riporta alla ferrovia.
Nina è distrutta: la lingua è sottoterra, e arrivate in campeggio, non fa in tempo a sdraiarsi che già ronfa.
Noi doccia, cena, e poi come lei.

GIORNO 13 – 10 AGOSTO

Lunedì.
Lunedì ore 10:50. Tra 10 minuti abbiamo appuntamento dal meccanico, l’ex marito della signora, qua dietro. Proprio lo sterrato che parte dall’ingresso del campeggio.
Si prospetta una lunga giornata.
Oggi forse un po’ inutile, di quelle di attesa. Fortunatamente l’umore resta buono, solo che mi è venuto il ciclo e non posso sfruttare la piscina ed è difficile anche sfruttare serenamente il fiume.
E invece, la giornata prende una piega completamente diversa quando alle 11 entriamo nell’ “officina” di François.
Lui abita e lavora in un cimitero di macchine, saranno almeno cento. E ci abita con altre persone, perché in quel bosco di foglie ed automobili, sono sparse almeno sei case mobili di una ventina di metri quadrati l’una.
Questa gente vive a Carbuccia, in mezzo ad un bosco, dentro case mobili, circondati da macchine esauste e attrezzi vari, ed arreda il suo patio fronte discarica con fiorellini e panni stesi. Insieme a loro, convivono una ventina di gatti non messi propriamente bene e una decina di cani messi peggio.
François era già pronto ad accoglierci insieme al suo fidato scudiero sardo.
Visionano la macchina. François ne sa un botto e sembra capisca subito dove sia il problema: la puleggia della ventola del radiatore.
Lo scudiero, bagnato dal sudore, fumando una sigaretta, guarda nel cofano e annuisce, più per non contraddire il capo e fare scena, che per reale accordo.
Noi, nel frattempo, per non saper né leggere né scrivere, tiriamo la pallina ad un canelupo sufficientemente insistente, e giriamo affascinate in quel paradiso dei meccanici.
Tra tutto quel panico di ferraglia, ad un certo punto esce fuori la nuova fiamma di François, anche lei sulla sessantacinquina, che chiede al compagno se può buttare un aggeggio accartocciato, tipo cartavetrata bianca.
Non so, in quanto a buttare avrei avuto altre priorità.
Comunque.
Loro vivono lì.
Sudano. Smontano. Rimontano. Intrallazzano. Studiano. Assemblano. Stendono i panni tra una macchina e l’altra. Decorano i patii. Non buttano niente. Convivono con animali malmessi.
Per noi la giornata è iniziata e finita là. Completamente appagate dall’ora passata in quella realtà così gitana e così nascosta.
Ce l’avevamo dietro la tenda e rischiavamo di non conoscerla, e adesso invece la sfruttiamo anche.
Verremo malamente fregate da François, lo sappiamo entrambe.
Ma vuoi mettere?
Mica ci facciamo fregare da Lello er meccanico de Torpigna! Lo facciamo con stile, da François, un settantenne isolano, col ciondolo d’oro della Corsica che gli pende sul collo, ex marito della signora Corinne, appena rifidanzato, che vive a Carbuccia, nel cimitero nascosto delle macchine corse!