GIORNO 7 – 4 AGOSTO
Allora, quando Gloria ha detto “dovresti farli più divertenti questi diari”, non intendeva per forza qualcosa di adrenalinico.
Cioè poteva essere che si incontrava qualcuno simpatico, poteva intendere fare qualche figura di merda che normalmente collezioniamo durante i viaggi, qualche roba buffa di Nina.
Non è che dovevamo per forza strippare.
Che poi. Il telefono perso va bene pure eh, quanto ci metti a trovarne un altro, usato, in buone condizioni?
Ma ecco, il radiatore della macchina è roba decisamente più grossa!
La cosa è andata così:
Partiamo da La ferme d’Alzetta, con la lentezza di un bradipo in dormiveglia, intorno alle 12. Direzione una punta dopo Bonifacio su cui volevamo testare il fuoristrada e cercare cantucci in cui dormire stanotte.
Andando, Glo si rende conto che la macchina si è surriscaldata.
Merda.
Ci fermiamo. Deve raffreddarsi. Cosa che ci prende bene perché così non dobbiamo aspettare di mangiare chissà dove e chissà quando i due paninozzi che ci siamo preparate stamattina.
Finito di masticare, rimbocchiamo l’acqua che era a zero e ripartiamo.
Si surriscalda immediatamente (chissà da quant’è che è bollente così e non ce ne accorgiamo!).
Rifermiamo la macchina.
Fatto sta che in altre due tappe riusciamo ad arrivare al parcheggio del supermercato di Pianottoli-Caldarello e scoprire che gli unici meccanici sono a Porto Vecchio. 25 km da lì.
Mentre Nina dorme beata (finalmente una giornata per riposarsi!) e Gloria chiama l’assicurazione, io prendo la palla.
Eccoci là,
due sfollate e mezzo, con la macchina carica, le ciavatte ai piedi, il costume sotto i vestiti, un carroattrezzi da aspettare e il parcheggio di un supermercato in mezzo al nulla in cui giocare a pallone.
Che tipiche italiane!
Il carroattrezzi si fa aspettare un’oretta (sono le 16), poi si palesa con Luca dentro, un simpatico corso indipendentista di una 20ina d’anni che ci carica e, arrivato alla Peugeot di Porto Vecchio, ci scarica lì.
“Arriverà un altro meccanico che ha tempo per vederla”.
Aspettiamo, svaccate tra le gomme degli pneumatuci e Nina agonizzante a terra.
Iniziamo a puzzare.
Finora è andato tutto liscio, senza troppi nervosismi. Ma io sto cedendo.
Lo sento, mi sta per partire il vaffanculoeccheccazzomastavamotantobenechecazzocentrastocazzodiradiatoremo?
E invece sono una signora, e aspetto.
Avevamo già deciso di far partire un crowdfunding per permetterci di continuare il viaggio in macchina.
Alle 17:40 arriva l’altro meccanico.
“C’est la durite.”
Il sollievo più grande è stato scoprire che
durite in francese significa tubo flessibile. La
durite si è bucata.
Quelli ci dicono che comunque tocca aspettare domani mattina e se ne vanno.
Ci lasciano là.
Ciao. Addio.
E mo che famo?
Aspettiamo che tornino.
Cerchiamo Luca.
Luca non si trova.
Proviamo a parlare col papà.
Non è il papà.
“Lasciate la macchina qua e domani vi chiama l’altro meccanico”
Che non si è preso il nostro numero.
Niente, non è giornata.
Ci dà il numero.
“Chiamatelo voi”.
Alle 19, in giro per
Porto Vecchio, potevate osservare due mezzesfollate con due zaini a testa, un cane che ciondola, e la faccia da disperate, dirigersi verso il campeggio più economico visto per ora in Corsica:
Camping La Matonara.
(Che poi, ci saranno due motivi se è così economico, nonostante sia al centro di Porto Vecchio)
La giornata finisce con una cena inaspettata a Porto Vecchio.
Disorientate dai prezzi altissimi dei ristoranti e dei pub, ci fiondiamo nell’unico posto che costa poco, sedendoci ad un tavolino isolato, ignare di essere nel posto più trendy e ricercato di Porto Vecchio.
Mentre noi, nel nostro tavolino posto all’ingresso del locale, indossavamo rispettivamente Teva e maglietta strappata, e pigiama e scarpe bucate, e mangiavamo patatine fritte con le mani, un’infinita fila di giovani e bei francesi ci scorreva davanti, regalandoci sguardi schifati, pronti per entrare ed andare a ballare.
Comunque.
Siamo ottime compagne di viaggio.
Nonostante tutto io non mi sono mai innervosita e Gloria è riuscita a ripetere per tutto il giorno “guarda il lato positivo”. Una marea di lati positivi è riuscita a trovare:
– guarda il lato positivo, c’è un bel venticello!
– Guarda il lato positivo, abbiamo finalmente conosciuto e parlato con un ragazzo corso!
– Guarda il lato positivo, andiamo a dormire nel campeggio più economico trovato finora!
– Guarda il lato positivo, io volevo tanto fare un viaggio a piedi e zaino in spalla e lo stiamo facendo!
– Guarda il lato positivo, tu volevi andare a cena a Porto Vecchio!
Praticamente una svolta, sta giornata!
GIORNO 8 – 5 AGOSTO
I lati positivi di un giorno passato a ciondolare tra il campeggio e il meccanico:
– abbiamo presto la Citadine (minibus elettrico e gratuito che fa il giro di Porto Vecchio)
– Non abbiamo speso soldi da Promode perché faceva tutto cagare
– Ci siamo godute lo spettacolo della piscina del campeggio con foto-toppa nel vuoto panoramico che dà su una rotatoria
– Abbiamo dormito il pomeriggio
– Abbiamo portato in campeggio vestiti e cibo rimasti in macchina
– Tra una cosa e l’altra il mio telefono dice che abbiamo camminato 14 km.
– Abbiamo recuperato piattini e posate gentilmente “prese in prestito” da un ospite del campeggio mentre noi eravamo fuori.
– È stata una giornata fresca
– Dopo attente, approfondite, quasi petulanti indagini, ora Gloria ha chiara tutta la situazione delle pizzerie di Porto Vecchio
– Ho vinto due partite di burraco
– Il livello del mio francese, date le 14 chiamate al meccanico, sta notevolmente risalendo.
Della macchina ancora nessuna notizia, se non che la “durite” è stata smontata.
Chissà.