Saluti agli amici di Tbilisi. (Obelix si è cambiato la maglietta, quindi si merita un bell’abbraccio.)
I georgiani non hanno la cultura degli albi illustrati.
La mashrukta è uno stile di vita.
A Borjomi alloggiamo in un chiosco in mezzo alla strada.
Stalin beveva solo l’acqua di Borjomi. Una roba orribile, frizzantina, sulfurea e ferrosa, che fa bene allo stomaco e alla pelle.
Stalin evidentemente andava al bagno con regolarità.
Abbiamo dovuto lottare con vecchi e bambini per poter prendere l’acqua dalla fonte.
Borjomi è la Chianciano della Georgia, ma più trash.
I palazzi sovietici non possono mancare (e sono nettamente più fotogenici del trash).
La sorpresa del bagno in camera.
All’ostello di Tbilisi erano tutti più simpatici.
Gloria riesce ad incontrare gente che conosce anche a 3.500 km di distanza da casa, quando sei tra le montagne, in mezzo al Caucaso georgiano.
Si conferma che i cani randagi vogliono solo le coccole.
La gentilezza dei georgiani continua ad essere sorprendente ( 1. Prima di uscire dall’ostello di Tbilisi un ragazzo russo – no, non era georgiano, lo so, ma era sempre in viaggio in Georgia – ci regala una bottiglia di vino semidolce, così, perché la dovete provare che è buona 2. Sulla mashrukta si schiumava ed eravamo tutti appiccicati. Il tipo accanto a noi sgocciolava. Letteralmente. Ci fermiamo ad un benzinaio e scendiamo per respirare. Il tipo torna dal chioschetto con due lattine di acqua (sì, LATTINE di acqua) dicendo “for you and your friend”. E poi risale sul pulmino).
Il fresco di Borjomi, comparato ai 37 gradi di oggi a Tbilisi, ristora gli animi.