VIAGGI A MANO LIBERA

Giorno 6 - 26 LUGLIO

Il giorno 6 è stata la giornata dei regali.
Il primo regalo è stato trovare l’acqua in ostello alle 8 di mattina (era prevista per le 10 e sapevamo che non avremmo fatto in tempo a farci la doccia). E il regalo è stato fatto sia a noi che a chi ci sarebbe stato vicino.
Pulite e felici ci incamminiamo con molta calma verso la metro Samgori per prendere la mashrukta che ci porta a Sighnaghi.
Sighnaghi è nel Kakheti, la regione dei vini.
Appena arrivate andiamo a mangiare da Lali, ristorante georgiano, lontano del centro turistico e ovviamente immerso nei lavori di ristrutturazione (come tutta la Georgia), a conduzione familiare. Talmente familiare che becchiamo la mamma che raduna tutti i figli e li cazzia perché il bagno era sporco, mostrandogli come avrebbero dovuto pulire.
Il secondo regalo della giornata ce l’hanno fatto loro, offrendoci del cocomero, tanto desiderato. Dove ti giri ti giri, in Georgia, vendono cocomeri e noi ancora non eravamo riuscite ad assaggiarlo. Buono ma non buonissimo.
Sicuramente rinfrescante.
Poi si vaga per la città passando da versione umarello (di fronte a scavi e lavori continui) a versione turiste standard (chiedendo il prezzo dei tappeti ai bazar di souvenir).
Il momento di massima intensità della giornata è stato quando abbiamo dovuto prima passare un corrimano con un nido di vespe dentro, poi quando abbiamo deciso di salire in cima ad una torre con un’impalcatura interna fatta di legno scricchiolante e di gradini altissimi e stretti.
Per riposarci dopo quelle due immense fatiche psicologiche optiamo per una degustazione di vini locali e naturali.
Prima di arrivare alla migliore enoteca di Sighnaghi (a detta di mio fratello che è stato qua l’anno scorso) ci arriva anche il terzo regalo, via whatsapp: si è liberata una stanza doppia nell’ostello in cui alloggiamo, ed è nostra allo stesso prezzo di due letti in camerata!

Sempre perché siamo povere e pulciare, siamo andate a Sighnaghi con due lire (anzi, con due lari (cit.) ), quindi ci possiamo permettere solo una degustazione da dividere in due.
Forse perché gli facevamo pena, forse perché siamo belle, forse per via delle nostre quarte di reggiseno, o forse perché i georgiani sono veramente moooolto carini, il tipo del locale ci dona due degustazioni al prezzo di una. Il regalo più apprezzato della giornata!
Così abbiamo potuto sorseggiare quattro vini diversi e davvero buoni, e portarci a casa in borraccia la chacha di fine degustazione (eravamo lesse, sono talmente gentili che le degustazioni le offrono a bicchiere pieno!).
Il ritorno è stato un po’ sudato, dato che la mashrukta era piena e abbiamo dovuto sperare nell’arrivo di un nuovo pulmino. Fortunatamente siamo riusciti a riempirlo e quindi a sfrecciare (con la solita media di 120 km/h su strade disastrate) verso Tbilisi.
Dovevamo concludere la giornata con una seratona in qualche locale ballereccio, ma la lentezza della lavatrice (direttamente proporzionale alla velocità della mashrukta) ci ha obbligate a stare in ostello ad aspettare che finisse di lavare i nostri panni sudici.
Ecco l’ultimo regalo della giornata: un’ottima scusa per andare a dormire relativamente presto!