Questo è stato il giorno del saliscendi.
Saliscendi dalle mashrukte, in mezza giornata ne abbiamo prese 4 diverse.
Saliscendi dalle scale.
Siamo state a Vardzia, un monastero-villaggio rupestre costruito intorno al 1100.
Erano seimila stanze distribuite su 13 piani, dentro una montagna fronte fiume. Purtroppo un terremoto ha fatto crollare parte della montagna, e ha svelato la città nascosta.
Cunicoli scavati in profondità, dove ovviamente siamo andate ad intrufolarci subito. Migliaia di scalini.
Poi, dato che non ci bastava siamo andati a visitare Rabati, una fintissima città-castello in stile ottomano, arroccata in cima ad Akhaltsikhe.
Il contapassi dice che oggi abbiamo salito l’equivalente di 79 piani.
Che culo sodo!
Saliscendi delle mashrukte che oggi hanno fatto un po’ quello che gli pareva. La prima, dopo una telefonata, fa inversione in mezzo alla strada e torna a Borjomi. Poi ci spiega che doveva prendere altre tre persone.
La seconda idem. Completamente piena, con gente in piedi e sgomento di tutti, improvvisamente torna indietro. Si rifa tre-quattro kilometri, e poi si ferma e scarica la spesa ad un hotel. Si era dimenticato!
La terza invece buca. Nessuno se ne era reso conto, ma lui si ferma dal meccanico. Così, come nei migliori GP, ci fermiamo per un rapido pit-stop. Poi ripartiamo.
L’ultima mashrukta invece è andata liscia, a parte che tutti ci hanno preso per il culo perché abbiamo chiesto di poter restare per uno-due kilometri in più rispetto alla nostra fermata.
Tutti a ripetere “one kilometer one kilometer” e ridevano. Tutte le vecchie.
Comunque a parte la gente dell’ultima mashrukta, io più va avanti e più i georgiani li adoro.
Ieri il proprietario dell’ostello, dato che eravamo italiane, ha videochiamato la suocera che sparlucchia la nostra lingua, così, solo per farci parlare con lei. Una conversazione imbarazzante.
Oggi invece, la signora di un market voleva darci qualche dritta sulle chicche da visitare in questa zona, e non parlando mezza parola in inglese, ci ha fatto aspettare che il figlio rispondesse al telefono (circa 10 minuti, intervallati da una conversazione praticamente nulla), per dirgli di venire in negozio e parlare con noi in inglese.
Il figlio si è scapicollato e lei voleva consigliarci due chiesette che stanno una a 25 e l’altra a 8 km da qui.
Il figlio trentenne ha provato in tutti i modi di non dare a vedere la vergogna e l’odio verso la madre. Ma noi sappiamo benissimo che appena siamo uscite ha detto: “A ma’ mortacci tua, m’hai fatto venì fino a qua pe’ consijaje du’ chiesette?”
Ps. Adoro gli uomini che giocano a Backgammon in mezzo alla strada.
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