Scrivo da Lourdes.
Che di primo acchitto viene da chiedersi che tipo grazia devo ricevere. Di secondo invece fa ridere: ma che ce state a fa a Lourdes? Ma che tappa è?
Scrivo da Lourdes perché la nostra tappa è il Parc National de Pyrénées e per arrivarci si passa da qui.
E allora scrivo da Lourdes perché ho chiesto a Gloria di fermarci qui, e dedicare un pezzettino del viaggio a mia nonna.
Fervente cattolica (in maniera esasperante direi), ogni sera seguiva in tv la messa da Lourdes.
Poi ha smesso. La segue in presa diretta, probabilmente, ora, da quando, un po’ all’improvviso, un mese fa ha lasciato questo corpo.
E io non so che cosa succede dopo e nessuno lo può sapere e mi piace pensare che posso decidere io, in base a ciò che scelgo di credere, che cosa succeda dopo.
E allora io voglio pensare che nonna era accanto a me, quando ero seduta a guardare la grotta, incapace di pregare, togliendomi dal viso qualche lacrima e da dentro quel po’ di cinismo che continuava a navigare al pensiero di essere a Lourdes.
Così, scrivo da Lourdes, mentre io e Nina aspettiamo che Gloria torni dal giro al santuario, alla ricerca dell’acqua, dato che i cani non possono entrare.
Siamo arrivate qui dopo 6 ore di macchina, il viaggio più lungo fatto finora (oggi il diario va a ritroso).
La regione des Hautes Pyrénées è veramente un gioiellino, prati curati, rigoli d’acqua che passano sotto ponticelli fioriti, paesini laccati, tetti a spiovente, campi di girasoli.
Meraviglioso fare queste strade: il tempo passa molto più veloce.
Più di ogni altra cosa comunque spiccano i fiori gialli, quelli a destra rivolti verso di noi, quelli a sinistra ci danno le spalle, regalando l’ultimo saluto al sole.
Una cosa mi ricordavo di un vecchio meraviglioso viaggio on the road dai Paesi Baschi a Bordeaux: campi immensi di girasoli, in ogni angolo. E così è ancora. Che goduria.
Ma la goduria vera della giornata è stato il pranzo in una piazzola di sosta curatissima, in cui ci siamo scofanate del superbo Roquefort appena comprato.
Venendo da Montpellier (dove finalmente abbiamo mangiato il nostro primo pain au chocolat del viaggio/cosa piuttosto assurda), ad un certo punto, infatti, ci siamo ritrovate le indicazioni per Roquefort.
Ora, se scrivete Roquefort su Google Maps, escono cinque paesi diversi sparsi per la Francia. E lo sapete quale abbiamo beccato noi? Quello del formaggio che assomiglia al gorgonzola! Quello originale! Roquefort-sur-Soulzon! Proprio lui!
Così, senza dubbi, fermiamo Flounder, facciamo sgranchire Nina e noi due prepariamo gli stomaci.
A Roquefort-sur-Soulzon faranno 14 gradi, il tempo è incerto e ci sono 3 fromageries aperte che offrono degustazioni e visite alle caves. Optiamo per quello della famiglia Coulet: prima della degustazione, ci fanno accomodare giù in una grotta dove ci avviano un filmato e se ne vanno.
Il video è di un trash meravoglioso, in francese, con dei non richiesti sottotitoli in spagnolo che in realtà di tanto in tanto aiutano.
Il protagonista è Gabriel Coulet, figlio del precursore di questo formaggio, che casualmente, nel XIX secolo scoprì una fleurine, cioè una fessura che mette in comunicazione delle grotte e che ha quel microclima perfetto per far sviluppare il penicillinum, il battero che crea la famosa muffa verde. Dal 1906 il padre lascia tutto in mano a Gabriel, al quale dedica il nome del formaggio.
Vabe. Il video è talmente trash che se capitate da queste parti mettete in conto di fermarvi a vederlo.
È stato esilarante.
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Nina si è appena alzata da terra e si è messa seduta, testa piegata, collo rigido, orecchie leggermente alzate: Gloria sta tornando.
Alzo gli occhi e la vedo (alle 20.30 a Lourdes c’è pochissima gente dunque è stato facile trovarla al primo sguardo), mi ci gioco quello che volete: non ha trovato l’acqua di Lourdes. A Lourdes. Evidentemente non è pronta per accedere al miracolo (oppure ne ha già avuto accesso precedentemente: Lourdes l’ha portata a Roquefort, quello giusto!).
Io l’acqua invece l’avevo trovata. Ne ho fatto accisa. Anche perché i 25 rubinetti sono di fronte a te, appena passi la piazza centrale, dopo gli archi, sulla destra del ponte. Proprio come le avevo spiegato.
“Non l’ho trovata, Marta, l’acqua non c’è.”
C. V. D.
Rido di fronte alla sua delusione.
La prendo in giro.
La bacio.
Ci giriamo direzione Argelès-Gazost,
Mi rigiro verso il santuario,
Sorrido.
Ciao nonnì.
Ci sono racconti ... e poi altri racconti... Questo di oggi è un racconto dell'Oltre .. che va Oltre ... Questo è il Tuo Sacro che hai ConDiviso con tutti noi che Ti leggiamo ... Contribuendo con il Tuo Cuore a rendere MiracolOsa l' acqua di Lourdes ... Facendone A.mor.E ... Per Te ..per Nina ... Per Me ... Per tutti quanti Oggi, grazie al Tuo QUI E ORA, hanno SENTITO IL SENSO dell'A.MOR.E ...che può essere FATTO E DONATO nello STARE ED ASCOLTARE ... che il cinismo scompaia per sempre... Che le tue lacrime siano tutte asciugate ...
GRAZIE MARTA 🙏❤️❤️🙏
❤️❤️❤️
Sono Sicuro che Nonna era accanto a te e che non era sola...
Si, ne sono sicura anche io 🙂
Dolcissime! Sia il racconto di tua nonna che la scena finale con Gloria ❤
❤️