VIAGGI A MANO LIBERA

Giorno 4 - 28 luglio

Cassis

Il giorno inizia lento e scuro in cielo.
L’odore di pineta pervade la macchina, e poi ogni organo del corpo, non appena apriamo le porte. Nina ci aspetta scodinzolante, come al solito, pronta a farsi il suo giro perlustrativo mattutino.
Abbiamo lasciato fuori tavolino e sedie quindi stamattina la colazione va di lusso. Quando l’odore dei pini viene sovrastato da quello del caffè, i sorrisi si fanno più ampi.
Sistemiamo tutto lentamente punte di tanto in tanto da qualche goccia di pioggia. Nina si è rifugiata nella sua tenda nuova.
Una volta impacchettata casa, linde e pinte, ci muoviamo verso Cassis. Gireremo la cittadina oggi, e domani andremo alla scoperta di qualche calanque.
Cassis (che si pronuncia Cassì e non Cassis, vero Glo?) è molto carina, ma ha una serie di problemi che riguardano i NON che in realtà abbiamo bypassato con nonchalance, senza mai infrangere la legge:
1. NON ci sono parcheggi bianchi.
Abbiamo atteso nell’unico parcheggio non a pagamento (da una decina di posti) che qualcuno andasse via mentre sistemavamo il Blog, e prendendocela come pausa pranzo. Nel momento in cui abbiamo terminato di mangiare è arrivata una famiglia ed è uscita con la macchina, lasciando il posto a Flounder.
2. NON c’è niente di che da vedere.
Questa roba resta vera, nel senso che non ci sono attrazioni particolari, un tempo c’era la fortezza in alto, ma ora è un albergo a cinque stelle. Resta anche vero che è un gran piacere passeggiare per i suoi vicoli pieni di fiori e contornati da case pastello, con le persiane dai colori diversi rispetto all’intonaco. Cassis è proprio proprio carina.
3. NON ci sono fontanelle.
Non è vero. È solo che nessuno le ha segnalate né su GoogleMaps, né su maps.me, né su Park4night. Giù al porto ce ne sono ben due.
4. i cani NON possono andare in spiaggia (o sugli scogli) (o dentro l’acqua).
Subito dopo la spiaggia c’è un altro ingresso al mare, con delle scalette che dal lungomare ti portano sugli scogli, proprio accanto alla statua principale della città. Bene. Ci siamo accampate sotto l’ombra della statua. Gloria e Nina si sono appiccicate all’ombra, io mi sono cambiata, messa il costume e tuffata in acqua.
La scena più bella in assoluto, fondamentalmente per quei perfetti tempi comici con la quale si è consumata, è stata quando sono tornata dal bagno al mare. Avevamo deciso che avremmo fatto i turni con Nina e che quindi io poi mi sarei asciugata al sole sulle panchine in pietra, accanto alla statua.
Così stendo l’asciugamano/ mi sdraio/ mi slaccio il costume dalla parte del collo per non avere il segno/ sospiro… e immediatamente si materializzano una ventina di turisti con la guida, a quattro passi dalla mia panchina, tutti rivolti verso di me.
Una scena epica.
Gloria ha iniziato a ridere come una pazza. Io anche in realtà, seppur volessi sotterrarmi. Che poi potenzialmente quella ridicola sarebbe dovuta essere Gloria, accampata sotto l’ombra della statua che la guida stava descrivendo, invece no. Non erano rivolti verso la statua, ma verso di me, perché la guida mi si è messa davanti.
Io comunque ho continuato a prendere il sole e Gloria l’ombra. Staremo in tutte le foto dei turisti: “Le vere meraviglie di Cassis”.
5. NON si può fumare al mare.
Vabe. Questo è il meno peggio, ma essendoci sistemate noi subito fuori dalla spiaggia, lo eravamo anche dal divieto.
In tutto questo Nina si è trascinata appresso a noi, con lingua e morale a terra: tra il caldo e la puntura di non so cosa, ha fatto tutto il giorno (serata esclusa, santa frescura) una scenata che manco se l’avessero gambizzata.
Comunque.
La sera l’abbiamo passata a cercare un posto per dormire, tra Cassis e Marsiglia, dal momento che è parco naturale e in teoria c’è divieto ovunque.
In pratica questo l’abbiamo infranto insieme ad altri quattro van, fermandoci in una piazzola di sosta fronte calanque (o fronte strada, dipende dove guardi).
Una birra, finalmente, la prima del viaggio.
E il Saint Nectaire, il mio formaggio preferito.
Aspettando il momento sublime del pain au chocolat (assurdo non l’abbia ancora mangiato), si chiudono le tende, e buonanotte.