[Giorno 22]
Il nostro Ferragosto è differente. Niente amici, niente barbecue, niente mare, niente peperonata, niente cocomero, niente falò.
Un bel viaggetto on the road però sì.
Da sole, con la pelle d’oca dal freddo e un pranzo fugace su una panchina in pietra vista bassa marea a Le Gouffre, sempre nella costa di graniti rosa, dove c’è una meravigliosa casetta incassonata tra due mega rocce, con lonzino e formaggio di pecora francesi. Accanto a noi l’ennesima “maison du littoral”, casette informative, di controllo e osservazione, con dei bagni puliti e forniti di cartigienica e sapone.
Proseguiamo direzione Sillon de Talbert e lungo la strada ci fermiamo affascinate da un ponte e da un’imponente abbazia che dominano Treguier. Parcheggiamo e scendiamo in avanscoperta.
Treguier ci apre le porte della Cattedrale, simbolo storico intorno a cui è sorta la cittadina, la nostra prima chiesa aperta. Finalmente. Gotica, come tutte le più famose cattedrali francesi, e quindi molto bella e suggestiva.
Altrettanto suggestiva, per motivi ovviamente diversi, è Sillon de Talbert, una lingua di sabbia sottile, stranamente non soggetta alle maree, protagonista di una delle leggende che vedono Re Artù innamorato di fata Morgana, consigliataci da una zia speciale che da sempre viaggia in camper con uno zio altrettanto speciale e che ci hanno precedute in questi lembi di terra non ancora da noi battuti.
Purtroppo i cani non possono entrare, nemmeno al guinzaglio, per preservare la fauna protetta. Decidiamo quindi di lasciare Nina legata all’inizio della lingua, che ci guarda attonita come a dire “mi sa che vi siete sbagliate, io sto qua, venitemi a prendere, su”.
Facciamo 24 metri massimo e decidiamo di tornarci l’indomani con l’alta marea perché sarebbe stata più suggestiva ancora. E poi povera Nina (cioè, l’avrebbe subita domani sta tortura, ma si sa, domani è sempre un altro giorno).
Lo spot di oggi è alla fine di Kermouster, una frazione di qualcosa con più fiori che case.
Siamo bordo mare, fronte Île de Bois, sul quale dopo una scrollatina di pioggerella bretone si manifesta un arcobaleno enorme, a pochi metri da noi.
Come se questa bellezza inaspettata non bastasse, nel mezzo di una cena di Ferragosto a base di zuppa calda di zucchine e piselli in scatola, vediamo che il mare in lontananza inizia ad avvicinarsi.
Che fenomeno spettacolare, questo delle maree! L’acqua chiama uno stormo di uccellini bianchi che si posano ai bordi del mare, via via sempre più vicini.
Appagate da questa giornata passata tra statali e sorprese varie, verso le undici chiudiamo la macchina e gli occhi.
[Giorno 23]
Nonostante il materassino bucato riusciamo a dormire dieci ore filate.
Apriamo gli occhi, condividendo l’idea di fare in fretta per riuscire a vedere il Sillon de Talbert, Cap Fréhel, Fort du Latte, passare da Decathlon a Saint-Brouic per prendere l’auto inflate nuovo, e arrivare verso Saint-Malo dove dormire in un campeggio: necessitiamo di una doccia calda, di ricaricare il powerbank e il pc e di lavare i panni.
Quando però usciamo dalla macchina ci rendiamo conto che è stranamente di nuovo bassa marea. Questa roba non la concepiamo proprio, ma fa prendere una piega più lenta alla giornata.
Optiamo quindi per lasciar perdere Sillon de Talbert, fare tappa a Saint-Brouic e raggiungere direttamente il tratto di GR34 tra Cap Fréhel e Fort la Latte. Il mio piede sta meglio – santo cortisone – ed entrambe abbiamo una voglia matta di camminare.
Quando le scelte sono quelle giuste, si è premiate per forza.
Lasciamo la macchina al parcheggio di Fort la Latte, che è gratuito, al contrario di quello di Cap Fréhel, e iniziamo a camminare.
Per entrare nel forte si paga e c’è bisogno del green pass, quindi non fa per noi, però proseguendo nella direzione opposta a quella in cui saremmo dovute andare, troviamo un sentierino che ci porta nella spiaggia fronte forte.
Il mare è trasparente, gelido e trasparente, una goduria infilarci il piede.
Anche qui la questione climatica è particolarmente complicata. Con una base di 20 gradi, se sei all’ombra e tira vento (e oggi di vento ne tira!) ne sono percepiti una decina, se non tira vento invece, più o meno 17; quando però ti sposti al sole la temperatura sale intorno ai 28 gradi. Io oggi per far fronte a questa schizofrenia meteorologica ho indossato: una canottiera, una maglietta a maniche corte, un maglioncino di cotone, il pile e la giacca a vento. E in maniera altrettanto patologica, sono riuscita ad sfoggiare ogni possibile combinazione di vestiti nel corso della giornata.
Comunque.
Questo GR34 ci piace sempre di più: è ben tenuto, è ben segnalato e si srotola su paesaggi mozzafiato.
Qui è tutto viola, un tappeto viola che cade in mare. Il mare è calmo, e le onde si increspano con estrema eleganza sulla roccia nuda, striata, anch’essa viola, perpendicolare all’acqua.
I 5 km che collegano Fort la Latte al faro di Cap Fréhel sono una goduria, di facile percorrenza e abbastanza frequentati.
Nina è felice di camminare e ci fa da apripista, prendendosi le coccole dei diversi passanti. Ha imparato che i camminatori non sono nemici, anche se ogni volta che ne incontra uno, prima di passargli accanto si ferma e si gira per guardarci, come se chiedesse il nostro consenso.
Il faro svetta tra questi meravigliosi cespuglietti viola, puntinati di fiori gialli, e ci insegna che la sua luce interna non è particolarmente grande, saranno una trentina di cm di diametro. Quello che fa davvero tanta luce, è il gioco di specchi che gli sta intorno.
Non lo sapevamo mica, noi!
Al ritorno, senza tappe fotografiche, impieghiamo 40 minuti per fare i 4 km e mezzo che ci dividono dalla macchina. Avevamo davvero voglia di camminare, le gambe andavano da sole.
Decidiamo che proseguiremo zona Saint Malo direttamente domani, e ci fermiamo al campeggio di Cap Fréhel, che alla modica cifra di 11,70 euro ospita me, Gloria, Nina e Flounder, ricaricandoci powerbank e ghiaccini gratuitamente.
Dopo l’ennesima delusione data dal fatto che non sono previste le galette à emporter, dopo aver speso 14 euro per un pacchetto di tabacco, dopo aver camminato altri 3 km per arrivare in paese e tornare indietro, dopo aver scovato nel suddetto paese una mostra fotografica dei Felipous – ** – all’interno del cortile della scuola pubblica, dopo aver comprato le nostre prime birre bretoni (qui sembra che ogni paese abbia la sua), dopo aver riscaldato una scatoletta di lenticchie e salsicce inaspettatamente buona comprata a Bordeaux alla modica cifra di 2 euro e 50 e dopo aver strimpellato un po’ di Beatles alla chitarra, agghindiamo Flounder per la notte e ci regaliamo del tempo disteso per leggere.
Oggi ci è piaciuta parecchio.
E domani ci attende una doccia calda, finalmente.
Il mare a distesa ... il viola dell','erica ... E fari a gogò ... di più non si può ...a parte le ostriche ...
Che mi sembra siano presenti 😅😅😅😅 Che meraviglia ragazze 😍😍😍😍😍😍😍😍😍😍😍😍😍😍😍😘😘😘😘😘😘😘😘😘😘 PS. E che gioia sapere che il tuo piede, Marta, è tornato libero di viaggiare serenamente con tutta te ❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️
yuhuuuuuuuu 🙂 <3