VIAGGI A MANO LIBERA

Giorno 17 - 10 agosto

Vannes

Muovo la schiena. Mi alzo, mi piego, mi muovo. Faccio tutto, con del dolore diffuso e persistente ma riesco a fare tutto. Questo non è da sottovalutare.
La mattina (la giornata) passa lenta tra sterminio dei pidocchi e quattro ore di macchina per arrivare a Vannes.
Vannes.
Per il nostro primo approccio alla Bretagna ringraziamo Albertina e Francesco, che stanno facendo un giro molto simile al nostro e che con Vannes ci hanno aperto la strada verso questo lembo di terra spesso sognato.
Vannes ha un cuore antico, medievale, abbracciato da un lato da mura, contornate da uno splendido giardino fiorito, con tanto di salice piangente e canalino d’acqua.
Vi si entra passando sotto l’arco e l’invito ad entrare lo dà un simpatico porto longilineo, che si allunga appunto dall’arco fino a poco prima del golfo di Morbihan, un parco naturale regionale che ospita una quarantina di isole di diverse dimensioni.
Vannes è ricca di vita sia a destra che a sinistra del canale portuale. A sinistra ragazzi e ragazzetti giocano a pétanque, si destreggiano con skate, monopattini e dmx allo skate park e partecipano ad un torneo di basket di fronte all’ufficio del turismo.
A destra ci sono locali affollati di gente che bevendo una birra si accalappia gli ultimi raggi del sole. Ci uniamo a loro, insieme anche ad Albertina e Francesco, che ci regalano un tempo e un aperitivo davvero piacevole.
Il cuore medievale di Vannes è diverso dal resto della città, molto più tipicamente francese. Intorno è bianca, con grandi finestre e tetti dritti a tegole nere, con comignoli che si stagliano a diverse altezze. Bella, pulita, elegante.
Dentro è colorata, con travi di legno a vista che sembrano non reggere gli edifici antichi, pendenti, che quasi si toccano tra loro. È un antico non decadente e degradato, un antico curato, ben tenuto. Bella anche dentro, sembra disegnata, è accogliente.
Ci lasciamo guidare dagli occhi per le vie del centro, che è proprio piccolo e finisce subito. Così, subito lo salutiamo, ché sta calando il buio, ma non prima di scoprire che:
* il simbolo di Vannes è un ermellino col mantello. Simbolo tradizionale del regno di Bretagna, la leggenda vuole che il duca bretone, che si era rotto le palle dei vichinghi e delle loro indesiderate incursioni, un giorno, probabilmente ebbro di sidro (ndr), vide un ermellino sbroccare a una volpe e attaccarla. Una roba insolita date le dimensioni impari tra i due animali.
Ecco. L’ermellino è diventato così simbolo di fierezza culturale bretone e araldo della città di Vannes.
* fu a Vannes che fu sancita l’unione tra il Ducato di Bretagna e il Regno di Francia, nel 1532.

Ebbre di stupore nei confronti di questa cittadina mai presa in considerazione, la salutiamo col dispiacere di averci passato solo un paio d’ore, e andiamo a dormire verso il mare.
Sempre grazie a P4N, troviamo una pineta con altri van, e due tavolini, ma soprattutto con un buco tra le chiome che ci permette di vedere tutte le stelle possibili, in questa terza notte scura di luna nuova.
Non facciamo in tempo a vedere stelle cadenti, che cadiamo prima noi, tra le braccia di Morfeo.