Mancava eh.
Mancava svegliarsi sotto gli alberi e a cielo aperto, col venticello fresco, tutte accoccolate dentro una mini macchina.
Certo, avremmo volentieri evitato di dover essere svegliate dalla polizia alle 8 che, indicando la tenda in cui dormiva il cane, ci annuncia che ceci n’est pas un camping. Molto stile pipa di Magritte, dato che se ti guardi intorno vedi solo van e gente col sonno negli occhi e nei capelli che, svegliata dalla stessa polizia, si accinge a chiudere le tende da tetto.
Chiedo scusa, dico che sì capisco, mi dispiace chiudo tutto subito avete ragione, mi fiondo fuori in pigiama totalmente rincoglionita e inizio a lottare per 10 minuti con la tenda 2 seconds di Decathlon che fino a ieri sapevo chiudere senza batter ciglio e che stamattina non riesco a capire nemmeno come alzarla da terra senza farmela schizzare in faccia: evidentemente risulta impossibile da appena svegli.
Guardo dentro la macchina: Gloria sta beatamente dormendo, mi sente, apre un occhio solo e bofonchia se va tutto ok. Tutto ok un cavolo, ho fiondato la tenda, la lascio là mi facessero la multa non ce la faccio a chiuderla tre minuti dopo che ho aperto gli occhi fallo tu.
Manco a dirlo. Ha sorriso, ha richiuso l’occhio e s’è girata dall’altra parte.
Venti minuti più tardi, in grado finalmente di comprendere cosa stesse accadendo intorno a me, ho chiuso la tenda negli effettivi due secondi.
La mattinata passa nella goduria del campeggio, perché aivoglia a dire ceci n’es pas un camping! C’è un andirivieni continuo tra colazioni, bagni, asciugamani e piedi che sbucano dai bagagliai aperti delle macchine.
Ci sediamo al tavolino con Fabrice, un ragazzo che del posto, che ha affittato casa sua ad agosto perché in teoria doveva stare altrove, che però è stato chiamato in aiuto da un amico che gli ha chiesto di lavorare in un ristorante alla dune, e che dunque ora, per agosto, vive in un vecchio maggiolone rosso, là nella pineta che n’est pas un camping e ogni giorno fa avanti e indietro con la duna per lavorare in cassa.
Molto piacevole, la colazione.
Ci dà delle dritte sulla zona di La Rochelle, dove dovremmo andare nei prossimi giorni: per arrivare all’île de ré devi attraversare un ponte da pagare. Ha detto che è costoso e che vale la pena andare in una delle altre due isole, in cui non ci sono pedaggi (anche se, ci ha confermato, l’île de ré è la più bella delle tre).
Con molta calma (talmente tanta che nello stesso tavolino ci abbiamo anche pranzato), ci prepariamo e andiamo verso la duna. Prima però, dato che staremo intorno ai 20 gradi e che non piove (lungi dal poter dire “fa caldo e c’è il sole”), chiedo un’ora di “mare”.
Camminiamo sulla spiaggia, verso la duna che dista meno di un’ora da qua, per allontanarci dalla zona sorvegliata dove il cane non può sostare, poi stendiamo gli asciugamani, sfoggiamo la bianca pelle e ci offriamo al sole (il plurale è nettamente romanzato. Gloria resta in maglietta, con quell’alone di disagio intorno che la contraddistingue quando capisce che io non ho nessuna intenzione di alzarmi dall’asciugamano per le successive due ore almeno).
Non ne passa nemmeno una di ora, che si parte per la dune du Pilat , dopo aver quasi rischiato di essere travolte da un’onda gigante che annuncia l’alta marea. Dovrò prendermi delle ferie da scuola, a settembre, per rimediare tutto questo mare perduto.
Si passeggia lungo il bagnasciuga per una mezz’ora, in uno scenario a volte postapocalittico, con piloni di cemento e residui di pavimentazione (o mura) in bilico sul costone sabbioso alla nostra destra, e bunker storti mezzi affondati nell’oceano riempiti di brutti murales alla nostra sinistra.
La duna si avvicina e io non l’ho mai vista aprirsi davanti a me dalla parte del mare, sono arrivata sempre dalla parte della foresta (non l’ho nemmeno mai vista in estate, decorata – o deturpata – da decine di parapendii colorati e da italiani accampati ai suoi piedi – tutti gli italiani mai incontrati fino ad ora sono alla dune du pilat).
Pietro ieri ci diceva che secondo lui è più impressionante vederla dalla spiaggia.
Non lo so.
O meglio, sono due sensazioni diverse.
Dal mare è: “Oh wooooooow!” (è grande, enorme, non finisce mai, ti avvolge, ti abbraccia, ti accoglie, ti sprona a salirci)
Dalla pineta è: “Oh cazzo!” (è grande, enorme, ti blocca la vista e il passaggio, si erge maestosa in verticale davanti a te, che diventi improvvisamente minuscola e impotente).
La scaliamo, fa male ai polpacci e alla pianta dei piedi (Nina ci deride, lei e le sue quattro zampe. Facile così!), è una figata, non finisce più. È altissima.
E quando sei sopra, sul ciglio del burrone, ti viene di tuffarti in quel mare di pineta, rotolartici giù, perdendo contatto con la gravità. Anche se noi non l’abbiamo fatto. E nemmeno il cane.
Ci godiamk lo spettacolo e ci incamminiamo verso la macchina, regalandoci prima un bagno all’oceano nel momento in cui si è miracolosamente aperto il cielo perché chissà quando e se ci ricapiterà di avere il sole di fronte all’oceano.
Altro regalo della giornata è stata una chitarra usata, da bambini così è più piccola, che ho deciso di comprare su leboncoin (il “portaportese” francese) alla modica cifra di 30 euro e che una volta presa nelle mani ho scoperto chiamarsi NINA (ma la chiameremo Elypse, la sua marca, ché di Nina ce ne basta una).
Era da quando siamo partite che sia io che Gloria ci lamentavamo di non averla.
Non che io la sappia suonare davvero, mi ricordi canzoni a memoria, conosca le note o riconosca le corde, ma con gli accordi davanti riesco a strimpellare quella trentina di canzoni da falò (rigorosamente vecchi e noiosi cantautori italiani – o al limite i beatles) che ci piacciono tanto e fanno “casa” ad entrambe.
Si torna a dormire a Bordeaux: il tempo non ci risparmia stanotte e nemmeno domani. Speriamo davvero che dalla prossima settimana cambi un po’.
Ma che noiosi cantautori italiani oh!!!
Voglio il video di bandiera gialla S U B I T O
A breve partirà il momento juke-box, sarai la prima ad essere accontentata. 🙂
...Elypse...Chocolat...e quando arriva Johnny Deep???😅😅😅😅😅😅🤩🤩🤩🤩🤩🤩😍😍😍😍😍😍🥰🥰🥰🥰🥰 Come dentro un film ... Grazie 🙏❤️🙏
Le zingare siamo noi :)!