VIAGGI A MANO LIBERA

Giorno 2 - 30 luglio

Cascades de Purcaccia
Camping U Ponte Grossu (Solenzara)

La notte non è andata proprio liscia.
Diciamo però che averla superata senza infarti è stato già un grande passo. Nina era nell’antitenda legata ad un masso. Nel bel mezzo della notte, alle 2, decide di saltare fuori ringhiando e abbaiando a chissà chi. Noi, dentro, abbiamo perso i primi due anni di vita.
Così dopo un summit ad occhi chiusi e cuore ancora scalpitante, optiamo per metterla dentro con noi. Alle 6.30 di mattina, avrà probabilmente visto qualche insetto sulla zanzariera della tenda e decide di scaraventarcisi sopra.
Lì ho rischiato l’infarto vero. Entrambe abbiamo perso gli altri tre anni di vita.
Comunque.

Ieri avevamo cercato un po’ di passeggiate nei dintorni. Ne troviamo una che ci avrebbe portato a Les Cascades de Purcaraccia.
Qualche titubanza sul fatto che potesse essere troppo semplice: “dura solo due ore andata e ritorno”
“Vabè dai, dopo la giornata di oggi domani ci riposiamo un po’, ci fa bene”
“Ok allora andiamo là e poi andiamo al mare”
ANDATA!
Alle 11 di mattina parcheggiavamo davanti all’ingresso del sentiero in mezzo ad altre 57 macchine.
Indecise sulle scarpe, per non saper né leggere né scrivere, io mi metto quelle da trekking.
Per.
Fortuna.
Al sesto passo dentro l’ombroso sentiero montano iniziamo letteralmente a grondare di sudore. Non si muove un filo d’erba.
E più andiamo avanti e più quello che sarebbe dovuto essere un “tranquillo sentiero di un’oretta” diventa una sorta di ferrata. Sicuramente un percorso che devi affrontare con piedi mani, culo e ginocchia.
Sicuramente un percorso che in Italia avrebbero sconsigliato ai più. Invece qui (popolo di nord europei) incontriamo vecchi, bambini e giovani in ciavatte.
Nulla di pericoloso, ma ecco, diciamo che il cane ogni tanto ci ha guardate spaurito come per dire “ma che davero dovemo continuà?”.
Il paesaggio lascia senza parole e nonostante le difficoltà esasperate dal caldo torrido il sentiero è davvero divertente.
Arrivate in cima ci troviamo di fronte a una cinquantina di persone che si rinfrescano in acqua e di fronte ad un panorama mozzafiato.
Ci spogliamo e nel giro di 12 secondi eravamo nelle fresche acque torrenziali.
Nina era distrutta, si è sciacquettata e poi si è buttata a dormire all’ombra.
Il ritorno è stato quasi più hardcore dell’andata, ma prendendo il sentiero secondario (che passa dalla parte opposta) siamo riuscite ad ammirare le cascate da diversi punti di vista.
A metà del ritorno dobbiamo fermarci di nuovo: sono le 14.45, Gloria muore di fame (ringrazio pubblicamente il mio mal di stomaco per avermi salvata dai morsi della fame) e io di caldo.
E così ci rifocilliamo: io tra le acque fredde del torrente e lei con i Digestive.
Torniamo alla macchina che sono le 17.
A quel punto saremmo dovute essere belle fresche e riposate, pronte per andare al mare.
Ci guardiamo, sospiriamo, e ce ne torniamo in campeggio dove ci aspetta una doccia, un risetto con le zucchine che inaugura il nostro campingaz e il silenzio sacro che qua parte alle 21.30.
Stasera siamo le più nottambule del campeggio: mentre i tedeschi vicini russano, ci addormentiamo alle 22:30.
Nina rigorosamente in macchina.
Incrociamo le dita!