VIAGGI A MANO LIBERA

13-14 Novembre 2021

Budapest

Budapest è stato inatteso e si è infilato a panino tra un viaggio a Bruxelles per andare a trovare mio fratello e mia cognata e un viaggio a Barcellona con mio papà.
È stato il mio regalo di compleanno da parte di Gloria.
Siamo partite all’alba da Roma, e questa cosa di non svegliarsi direttamente nei posti in cui passerò la giornata ma arrivarci a 1000 km/h passando dal cielo, mi scombussola sempre.
Realizzo quindi di stare a Budapest più o meno dopo averla calpestata per parecchio, penso intorno al nono kilometro, quando l’umidità e il freddo mi stavano iniziando ad uccidere lentamente.
I 36 km che alla fine abbiamo macinato questo week end sono stati consumati il primo giorno prevalentemente dentro Pest, la zona a est del Danubio e il giorno dopo a Buda, la zona più antica e ad Ovest, passando in entrambi i giorni, comunque, anche per le vie della riva opposta.

Budapest è maestosa, ampia, elegante, per niente vanitosa. Budapest è una montagna, immobile e accogliente, piena di vita lungo i fianchi.
Tra l’altro, a nostra insaputa abbiamo beccato anche L’MTV Europe Music Awards 2021. E quando dico a nostra insaputa dico che abbiamo visto cartelli e cartelloni, una piazza intera dedicata a MTV, pubblicità varie e l’unica domanda che siamo riuscite a farci è stata “chissà chi suona stasera in questi eventi di MTV”. Abbiamo visto gente che aspettava davanti ad un hotel, accanto ad un van nero con i finestrini dai vetri oscurati, abbiamo visto milioni di turisti, milioni davvero (al primo posto milioni di Spagnoli, poi italiani, poi francesi e infine anche qualche autoctono ungherese)… E tornate a Roma abbiamo poi visto dai giornali che i Maneskin hanno vinto L’MTV EMA 2021 – UNGHERIA.
I Maneskin.
Ungheria.
Eravamo lì e non lo sapevamo.
Che polle!

Tra le strade di Budapest abbiamo comunque scoperto e conosciuto un sacco di cose:
– Budapest è ricca. La vita costa come qui in Italia. Le macchine che sfilano sono spesso elettriche e ben tenute, molte delle quali direttamente delle Tesla. Le signore vanno a fare la spesa vestite di tutto punto.
– da nessuna parte chiedono il green pass, non c’è obbligo di mascherina e i casi si stanno moltiplicando. Questo ha fatto sì che optassimo per non andare alle terme – mica per niente, io il week end successivo sarei dovuta ripartire per un viaggetto atteso da anni e non volevo assolutamente rischiare di perderlo.
– mangiano pesante. Buono, buonissimo, e pesante. Appena atterrate ci siamo fiondate al mercato centrale a mangiare i Làngos: pizze fritte fatte di patate e farina, che riempiono di affettati e formaggi o Nutella e zucchero. Erano le 11.30, li abbiamo digeriti alle 17 (e i nostri erano a secco, senza ripieno); il goulash, inutile qui spiegarvi che meraviglia sia quell’esplosione di spezie e carne e salsa in bocca e il Lécso, uno stufato di cipolle pomodoro e peperoni arricchite con la santissima e onnipresente paprika che al ristorante Kék Rózsa hanno usato per condire degli straccetti di non so cosa semiaffumicati, che ci hanno fatto impazzire e che comunque abbiamo digerito intorno all’ora di pranzo del giorno dopo.
– lo strudel è stato inventato in Ungheria. Dai turchi, ma in Ungheria. Altro che Trentino Alto Adige! Per questo non ci siamo potute esimere dalla tappa nella House of Strudel. Magnifica. Il prezzo, comunque ragionevole, vale lo strudel di mele caldo con gelato alla vaniglia, il cartellone con le lettere a ribalta tipico delle stazioni ferroviarie, il tipo che fa gli strudel a vista, e una tappa al bagno, per un lavandino mai nemmeno immaginato.
– abbiamo conosciuto Ze Kovács Jozef.Un garibaldino, ex comparsa cinematografica che ci ha tenuto a farci vedere una foto di lui abbracciato a Silvester Stallone e un’altra a Marcello Mastroianni. Oggi è un artista di strada, bellissimo. Lui e i suoi schizzi geniali. Acquerelli e penna nera per riprodurre le macchine di Leonardo, o per inventarsene di nuove, per i bozzetti di robot e aeroplani, oppure di ritratti di uomini dell’est. Abbiamo deciso di comprargli una stampa, anche se il prezzo non era particolarmente basso, perché è meglio spendere soldi sapendo a chi vanno, piuttosto che acquistare roba della grande distribuzione asettica e impersonale.
(Qui potete acquistate un ebook con tantissime sue grafiche)
– a Novembre a Budapest fa un freddo porco
– a novembre a Budapest è tutto in via di ristrutturazione: sia la funicolare che il ponte delle catene
– qui vanno forte i ruin pub, pub e locali sorti in edifici prima abbandonati poi recuperati. Uno dei più famosi è il Szimpla Kert, in pieno quartiere ebraico, cuore pulsante della vita notturna di Pest.

Diciamo che per un week end che ci ha prese alla sprovvista, per il quale non eravamo assolutamebte preparate e che però sognavamo da parecchio (l’ultimo viaggio in aereo insieme lo abbiamo fatto verso Berlino a gennaio 2020), è andata alla grande. Ne usciamo felici, e con quel grande senso (finalmente) di normalità e di libertà che nutre lo spirito, il corpo e il cuore.